Titan: 250mila dollari per esplodere e soffocare

Ritrovati ieri i rottami del ‘Titan’ il sottomarino della OceanGate disperso nell’oceano Atlantico negli scorsi giorni. Quella che doveva essere un’avventura per turisti agiati, riporta alla mente ricordi di 111 anni fa, anno del naufragio del Titanic.

Ma come è andata la vicenda?

Come ben noto a livello mondiale, domenica 18 giugno 2023, il sommergibile ‘Titan’ ha tentato l’impresa: raggiungere i relitti del Titanic a 3800 metri di profondità. Ma, circa a un’ora e 45 minuti dalla discesa nei fondali, sono state perse tutte le tracce del sommergibile nell’oceano Atlantico.

A bordo dello stesso erano presenti 5 persone (numero massimo di capienza a bordo, ndr), 3 dei quali ospiti facoltosi che hanno pagato circa 250.000 dollari a persona per poter partecipare all’impresa che sarebbe durata 8 giorni: Hamish Harding, esploratore e titolare della piccola società Action Aviation, Shahzada Dawood, un ricco uomo d’affari anglopakistano, e il figlio Suleman. Oltre ai passeggeri ospiti erano presenti: in quanto guida il francese Paul-Henri Nargeole (uno dei maggiori esperti di Titanic al mondo, conosciuto come ‘Monsieur Titanic’) e Stockton Rush, Ceo di OceanGate Expeditions, capitano del sommergibile.

L’allarme è stato dato dalla Guardia Costiera di Boston dopo la perdita delle comunicazioni che ha da subito iniziato le ricerche ipotizzando che le riserve di ossigeno sarebbero durate al massimo altre 70/96 ore prima della morte da soffocamento. Indagando, nel corso delle scorse giornate, si è saputo che molte sono le problematiche legate al sommergibile, a partire dalle apparecchiature di comunicazione non ben funzionanti. Si è dopo ipotizzato che le problematiche fossero legate al mezzo utile a manovrare il sommergibile, l’oblò non in grado di supportare una nuova immersione rompendosi per la pressione dell’acqua, fino al materiale di cui era composto.

Le ricerche svolte

Le ricerche hanno richiesto altissime somme di denaro (si stimano circa 6,5 milioni di dollari) considerando i Paesi e mezzi coinvolti per provare a mettersi in contatto e ritrovare i dispersi.

Si è esplorata una zona di 26mila km quadrati per una profondità di circa 4mila metri, ed è stato confermato solo nella giornata di ieri, 22 giugno, dopo aver comunicato che l’ossigeno a disposizione dei passeggeri era terminato, che sono stati trovati accanto ai resti del Titanic la parte posteriore e il telaio di atterraggio del sommergibile.

Le ricerche proseguono e altri rottami sono stati ritrovati, mentre dei corpi dei 5 passeggeri non c’è ancora nessuna traccia. Si suppone che sarebbe avvenuta un’implosione nelle acque del Nord Atlantico a 375 atmosfere in 30 millisecondi a una grande profondità proprio a causa del materiale di cui era composto.

Le dichiarazioni rilasciate

Tante sono le dichiarazioni rilasciate nel corso degli ultimi 5 giorni, a partire da David Lochridge, ex direttore delle operazioni marittime di OceanGate, che sollevò dubbi sulla sicurezza di questo progetto sperimentale già nel 2018, prima di essere licenziato. Accusò Oceangate di essersi “rifiutata di pagare il costruttore per realizzare un portellone con oblò che soddisfacesse la profondità richiesta di 4.000 metri”. O ancora del noto youtuber @alanxelmundo, ex passeggero del Titan: “Non vale quei soldi, ci sono molte cose da migliorare. L’operazione di recupero del sommergibile è molto complessa, la spedizione prima della mia è durata 27 ore. Veramente terribile”.

Esistono eventi simili nella storia?

Quello del Titan non è di certo il primo caso di incidente che coinvolge sottomarini, uno dei più recenti risale al 12 agosto 2000, della Marina Militare della federazione russa chiamato ‘KURSK’ nel Mare di Barents e con 118 vittime, o ancora US Navy il 21 maggio 1968 a Sudest delle Isole Azzurre con ben 99 vittime.

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