Green Pass: Cts favorevole a modello francese

Allineati, vicini, affini al modello francese vi sono il Comitato tecnico scientifico e il presidente dell’Istituto Superiore di Sanità, Franco Locatelli, oltre a eminenti immunologi intervenuti sul discorso relativo all’estensione del Green Pass per i ristoranti al chiuso.

Emmanuel Macron ha adottato una linea dura, per contenere l’aumento dei contagi in Francia.

Scelta condivisa da alcuni, osteggiata da altri. Lo stesso infatti ha reso obbligatorio il certificato verde, più comunemente chiamato Green Pass per accedere a ristoranti e bar, oltre ad aver previsto restrizioni più stringenti per i turisti che varcano i confini francesi.

Le proteste non si sono fatte attendere anche se la risposta dei francesi ha lasciato tutti a bocca aperta. Migliaia di persone, alle prime avvisaglie, si sono fiondate a vaccinarsi, raggiungendo cifre record.

E in Italia, cosa si pensa di fare?

La posizione del ‘Comitato Tecnico Scientifico’ si allinea molto a quella di Macron, allargare il Green Pass anche ai ristoranti al chiuso, forzando coloro i quali non lo hanno ancora fatto a vaccinarsi, resta la soluzione migliore.

“A titolo personale, dico che va considerato seriamente anche il Green Pass per mangiare al chiuso nei ristoranti. Peraltro, chi esita a tornare nei ristoranti credo che lo farebbe con più tranquillità sapendo che vi hanno accesso persone con il certificato” ha asserito in appoggio Franco Locatelli, presidente dell’Istituto Superiore di Sanità.

Entrambi gli specialisti, hanno inoltre ribadito l’importanza della vaccinazione, vero e proprio muro e simbolo di contrasto al virus circolante.

Della stessa opinione l’immunologo Abrignani: “L’esperienza di Paesi dove la variante Delta ha preso a diffondersi un mese prima dell’Italia ci indica che il Covid potrebbe essere declassato a un’influenza con un semplice gesto, se tutta la popolazione si sbrigasse a vaccinarsi il rischio di piangere altri morti diventerebbe insignificante”.

Per Abrignani, inoltre, Green Pass anche per accedere ad eventi o occasioni, noti per essere luoghi affollati, e per la prioritaria ripartenza della scuola, necessario incentivare la vaccinazione del personale, senza il quale diventa difficile riaprire.

Lo stesso conclude affermando di essere favorevole all’obbligo vaccinale ma ci vorrebbe a quel punto una legge che regolamentasse il tutto altrimenti le polemiche diventerebbero innumerevoli.

Le discoteche, intanto, stando a quanto trapela dal governo, dovrebbero seguire la stessa strada dei ristoranti. Molto probabilmente servirà il Green Pass, per accedervi anche se la cabina di regia, che si riunirà martedì, potrebbe apportare alcune modifiche.

Il cambio di rotta, potrebbe avvenire già il 26 luglio, anche se l’obiettivo del governo resta quello di mantenere il paese totalmente bianco fino a Ferragosto, nonostante l’avanzata della variante Delta.

Il passaggio da zona bianca a zona gialla è previsto solo quando si superano 50 nuovi contagi settimanali ogni 100 mila abitanti.

Il rischio per alcune regioni è quello di ritrovarsi di nuovo gialle, dato l’aumento graduale ma continuo dei contagi.

Ritornando al discusso Green Pass, sappiamo con certezza che sarà vincolante per viaggiare e spostarsi. Bisognerà esibirlo sui treni a lunga percorrenza, sugli aerei e sulle navi. Non è invece necessario su autobus e metropolitane, anche se la situazione potrebbe variare con il tempo.

Nei luoghi affollati, di assembramento, ovvero ai concerti, negli stadi, agli eventi, agli spettacoli, alle feste, nonché nei centri sportivi, sarà necessario esibire all’ingresso il Green Pass.

Per quanto riguarda i ristoranti al chiuso, l’idea di rendere obbligatorio il Green Pass sta prendendo sempre più piede.

Il Cts invece ha espresso parere favorevole sull’apertura delle discoteche, vincolandole però all’utilizzo del Green Pass, rendendolo di fatto obbligatorio. La trattativa comunque è ancora accesa, si attendono a breve novità a riguardo.

Il rischio, qualora ne foste sprovvisti, è quello di incorrere in una multa che potrebbe arrivare a 400 euro, mentre il proprietario dell’attività denunciata, potrebbe chiudere per 5 giorni.

Fabiano Daniele
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