Franco Metta: incandidabile per la Corte d’Appello

Candidabile per il Tribunale di Foggia, non per la Corte d’Appello, che ha rovesciato la decisione. Un duro colpo per l’ex sindaco di Cerignola che però si dichiara fiducioso sull’esito del processo affermando: “La sentenza, non essendo definitiva, non impedisce di candidarmi”.

Dichiarato incandidabile dalla Corte d’Appello di Bari. Rovesciata dunque la sentenza precedente, quella del Tribunale di Foggia, che aveva rigettato la domanda di incandidabilità dell’ex sindaco dopo lo scioglimento del Comune ofantino.

E’ questa la notizia che riecheggia in tutta la città di Cerignola.
La decisione, deliberata il 1 giugno scorso, è stata comunicata all’ex sindaco solo ieri.

Convinto di poter vincere il ricorso Metta afferma: “Il Tribunale di Foggia mi aveva dato ragione perché non era possibile addebitare alla mia persona comportamenti non leciti.

La differenza tra i due giudizi è tutta qui e voglio ribadire, forte e chiaro, che sulla mia persona non è mai stato chiesto un rinvio a giudizio o imputato un comportamento non opportuno.

Riproporremo la stessa coalizione con la formula della lista civica che ha vinto alle passate elezioni ma allargata ad altre realtà che hanno condiviso l’operato dei 4 anni in cui ci hanno fatto lavorare.

Ci sarà perfetta continuità con i programmi in piedi, in parte realizzati in parte lasciati in sospeso perché bloccati dal commissariamento.

A carico mio e della mia amministrazione non ci sono addebiti di nessun genere. E’ tutta una operazione politica finalizzata a farmi fuori“.

Metta finì nel mirino della magistratura per i suoi collegamenti con alcuni esponenti della malavita cerignolana.

I giudici Rizzi, Carbonelli e Marfè all’epoca dei fatti scrissero che questi collegamenti “non avrebbero determinato un’alterazione del procedimento di formazione della volontà degli organi elettivi ed amministrativi, né compromesso il buon andamento e l’imparzialità dell’amministrazione comunale o il regolare funzionamento dei servizi ad essa affidati”.

I magistrati nonostante avessero pochi elementi a disposizione per stabilire l’incandidabilità di Metta, condannarono duramente e fermamente gli atteggiamenti dell’ex primo sindaco durante la sua amministrazione.

Nello specifico la sentenza afferma che Metta avrebbe dovuto separare la sua professione, tra l’altro non più praticata, dalla propria vita privata e dal ruolo che ricopriva.
Il riferimento, neanche troppo velato, era al legame tra l’ex primo cittadino e il gruppo criminale Piarulli-Ferraro.

Metta partecipò a diversi matrimoni, in compagnia di esponenti della malavita, svolgendo la funzione sia di celebrante che di ospite. Questo, secondo i giudici, collegava Metta al clan Piarulli-Ferraro.

Per i magistrati, Metta non solo prese parte ai festeggiamenti a cui erano presenti molti membri di rilievo del clan Piarulli-Ferraro, tra i quali spicca la figura di Brandonisio Arcangelo, condannato al 416 bis, ma espresso delle parole di stima, di vicinanza nei confronti degli sposi e di tutti i testimoni presenti.

Riprodusse persino un matrimonio civile già celebrato da un ex consigliere comunale al cospetto di tantissimi pregiudicati, tra i quali figurano alcuni esponenti del clan Piarulli-Ferraro.

Secondo i magistrati, l’ex sindaco di Cerignola avrebbe dovuto e potuto evitare la partecipazione a queste cerimonie, esercitando il proprio potere di delega delle funzioni di ufficiale dello stato civile, consapevole delle figure poco raccomandabili presenti a queste celebrazioni.

In quell’occasione Metta rispose di aver partecipato alle nozze perché conosceva di vista quella gente. Il suo lavoro infatti gli avrebbe permesso di conoscere tutti, anche persone legate ad ambienti criminali.

Parole che non trovano una conferma, una linea di coerenza.
Metta, infatti, si rese protagonista di un episodio altrettanto “particolare”. Partecipò alle nozze di un noto pregiudicato locale anche se quest’ultimo non figurava tra i suoi assistiti.

Misteri, ombre e ambiguità aleggiano sulla figura di Metta, il cui unico obiettivo resta quello delle elezioni autunnali.

Fabiano Daniele
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