‘Fogg buch buch’, messo male parco San Felice

‘Fogg buch buch’ è il titolo di una canzone, quella di Raffaele Pipoli, che descrive perfettamente la situazione del manto stradale della città dauna.

Le immagini infatti fotografano chiaramente una situazione di assoluta anormalità dell’asfalto. Il parco San Felice incarna forse l’esempio più eclatante, più assurdo. Terreno disomogeneo, avvallamenti, fossi, buche, che recano fastidi e problemi non solo a chi corre, ma anche a chi cammina.

Il paradosso è quello per cui ci si concentra sul progetto di un parco che non è stato reso ancora agibile a causa dei lavori in corso, quello dei Campi Diomedei, mentre il Parco San Felice, definito da tutti come il polmone verde della città, soffre come un infermo in cerca di aiuto.

Parco San Felice, tra l’altro, abbraccia una serie di quartieri, come Candelaro Rione Biccari, demograficamente densi e con una forte vocazione giovanile. Le segnalazioni, le lamentele della gente non si sono fatte attendere. Sono moltissimi infatti coloro che definiscono la situazione del manto stradale assolutamente vergognosa.

Le vittime sono numerose: anziane con problemi di deambulazione o con difficoltà motorie che inciampano continuamente procurandosi delle ferite non da poco, podisti, la cui attività è attentata o limitata da questa pavimentazione irregolare, studenti o normali cittadini che sono costretti a passeggiare sulla carreggiata pur di far fronte all’annoso problema.

C’è da chiedersi però perché in tutti questi anni non si sia finanziato un progetto, simile a quello dei Campi Diomedei, volto a migliorare l’assetto del Parco San Felice, rendendolo dunque un fiore all’occhiello.

A peggiorare la situazione ci pensa anche la strada, le cui voragini sono diventate abissi nei quali sprofondare. Gli automobilisti, inferociti, sono spesso costretti a fare manovre azzardate nel tentativo di non finirci dentro. Gli stessi lamentano quotidianamente la rottura di sospensioni a causa dei continui salti della propria macchina.

La pioggia poi è l’aggravante peggiore, procura danni incalcolabili poiché l’acqua penetra all’interno delle fessure riempendo le crepe.
Foggia, il cui nome deriverebbe da fovea, cioè fossa, sembra non voglia scollarsi, allontanarsi dalla sua nomea iniziale.

La soluzione?

A detta di Mapei società operativa nel settore della produzione di materiali chimici per l’edilizia consisterebbe nell’utilizzo di asfalto reattivo da applicare a freddo. Si tratta infatti di un prodotto utile a riparare rapidamente pavimentazioni stradali e industriali senza bloccare il traffico. Si utilizza sia per le buche meno profonde che per quelle più viscerali. Resiste al gelo e alla pioggia e non subisce variazioni significative nemmeno quando le temperature diventano bollenti.

Le alternative ci sono, le soluzioni pure, toccherà adesso all’amministrazione comunale farsi carico di un problema che affligge la popolazione dauna da anni e che nessuno ha mai affrontato seriamente.
All’amministrazione… ma, destituito il vecchio sindaco, il nuovo riuscirà ad accontentare i cittadini imbestialiti?

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