Variante Delta: cosa può accadere

Il rischio è quello di ripiombare nell’incubo dell’Italia a colori. La variante Delta infatti sembra avere una maggiore contagiosità, motivo per cui è massima l’attenzione da parte degli esperti.

Ne abbiamo sentite tante, dalla variante brasiliana a quella sudafricana, a quella inglese e per finire quella Delta, che si sta diffondendo con aggressività proprio in quest’ultimo periodo.

I numeri non lasciano spazio a interpretazioni, in Gran Bretagna si stima che almeno il 95% dei nuovi casi sia riconducibile a questo nuovo ceppo.

In Italia la preoccupazione è ai massimi livelli, dopo che alcuni esperti hanno espresso enorme preoccupazione anche per l’effetto che potrebbe avere questa nuova variante nel Belpaese.

Al momento il tasso di diffusione in Italiadella variante Delta sfiora il 16,8%, la variante più diffusa resta invece quella Alfa con il 74,92%.

Alcuni esperti ipotizzano il ritorno in zona rossa per alcune regioni, quelle più colpite dal nuovo ceppo. Da lunedì 28, tutta l’Italia è tornata bianca, inclusa la Val d’Aosta, l’ultima a rientrare nella lista.

Franco Locatelli, coordinatore del Cts e Presidente del Consiglio Superiore di Sanità, ha aperto all’ipotesi di tornare in un lockdown locale, spaventando e scatenando la reazione incontrollata di tutte le persone che pensavano di aver superato il peggio.

Locatelli ha dichiarato che vanno create delle zone per fermare i cluster, come è capitato in Umbria quando la regione del centro Italia era alle prese con la variante brasiliana.

Per Matteo Bassetti, infettivologo dell’ospedale San Martino di Genova, invece: “Parlare oggi di zone rosse o lockdown non serve, occorre che gli italiani si vaccinino perché con la variante Delta gli obiettivi finali della campagna vaccinale sono cambiati: dobbiamo immunizzare l’80-85% della popolazione.

Non possiamo accettare che rimangano senza vaccini milioni di persone. E poi vorrei sentire una parola più forte dalle istituzioni sul sequenziamento e la genotipizzazione dei casi registrati”.

Per Bassetti al momento è esclusa l’ipotesi di tornare ai colori, in quanto anche La Gran Bretagna non sta adottando una soluzione del genere.
Per gli italiani sarebbe disastroso, bisogna invece tracciare chi proviene dall’estero e isolarlo.

Il ministro della Salute Roberto Speranza ha dichiarato di avere la situazione sotto controllo, anche se l’attenzione resta massima su tutte le varianti.
C’è bisogno del supporto di tutti, il coordinamento internazionale resta la cosa migliore da attuare per il ministro.

Tutti stanno seguendo scrupolosamente l’evolversi dei nuovi ceppi, anche se l’Italia sta investendo efficacemente sul sequenziamento e sul tracciamento.

Per Massimo Galli, primario delle Malattie infettive dell’ospedale Sacco di Milano, la variante Delta potrebbe sfuggire al sistema di tracciamento. Il primario dichiara che il nuovo ceppo, da quel poco che si conosce, potrebbe avere una maggiore contagiosità e una maggiore aggressività, che si tradurrebbe in sintomi più forti rispetto alle precedenti.

Non avrebbe come sintomi la perdita dell’olfatto, per cui sarebbe molto più difficile da identificare e isolare.

Per Anna Teresa Palamara, responsabile per le malattie infettive dell’Iss, la variante Delta sostituirà velocemente la variante Alfa, ovvero quella inglese. Si tratta, a detta di Palamara di una variante più infettiva. Resta perciò la massima allerta.

Per l’epidemiologo dell’Università di Milano, Carlo La Vecchia, questa nuova variante incomincerà a “sentirsi” quando avrà colpito il 25% della popolazione.

L’immunologa dell’Università di Padova Antonella Viola ha ribadito la necessità di completare il ciclo vaccinale per essere al sicuro.

Finché non ci si è completamente vaccinati (2 dosi per tutti i vaccini tranne che per Johnson & Johnson) bisogna continuare a indossare mascherina e distanziamento.

L’imperativo resta sempre lo stesso, vaccinarsi, perché se è vero che questa variante resta ancora un rebus, è altrettanto vero che numerosi studi hanno dimostrato la capacità dei vaccini finora autorizzati di difenderci da tutti i ceppi circolanti.

Fabiano Daniele
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