Turismo: in Puglia stagione in bilico

Quello che in Italia rappresenta il 13% del Pil nazionale, il turismo per l’appunto, vive ormai da un anno e mezzo un periodo di profondo buio a causa di limitazioni, blocchi perenni e restrizioni stringenti.

La situazione per la Puglia non è migliore, il settore infatti che vale il 4,3% del valore aggiunto regionale e il 10,9 % per gli addetti, percentuale che supera di gran lunga la media nazionale, sta vivendo un periodo di profonda depressione.

Il turismo in Puglia ha svolto sempre un ruolo cardine, centrale e spesso ha funto da volano per l’economia dell’intera regione. Non a caso, è proprio la Puglia alla 3°posizione nel Mezzogiorno con il 18% degli arrivi complessivi.

La regione mostra anche un’altra caratteristica, che potremmo definire un punto di debolezza, ovvero l’alta stagionalità: mesi nei quali si concentra il maggior numero di persone infatti sono quelli che vanno da maggio a settembre (81,9%).

Le località balneari rappresentano un punto di forza per la regione, con ¼ dei turisti complessivi che predilige queste mete, anche se l’interesse per i luoghi culturali, seppur lentamente, segna un aumento.

Le chiusure forzate, il blocco delle frontiere, e il rischio pandemico hanno procurato sicuramente un impatto negativo sulla filiera turistica. Basti pensare che per l’anno 2020 la Puglia ha avuto un calo della domanda turistica di circa il 43%.
Numeri allarmanti per una regione che fa del turismo un marchio di fabbrica.

La domanda domestica, rispetto soprattutto a quella internazionale, è riuscita a reggere il colpo perdendo comunque il 34,2% nell’anno precedente.
Diversa situazione è capitata al turismo estero che è arrivato a toccare l’incredibile cifra di -70% degli arrivi complessivi.

La pandemia non ha fatto altro che dare una sferzata, accelerando quel processo di trasformazione che era già in atto precedentemente modificando una serie di fattori tra i quali possiamo citare:

  • il turismo continentale, si sono ridotti infatti i viaggi a lunga percorrenza, la gente tende a preferire quelli a corta gittata
  • l’attenzione spasmodica per l’igiene, si prediligono per l’appunto strutture altamente sofisticate ed efficienti
  • l’attenzione verso il mondo Green: ecologico, salubre, tema molto caro alle nuove generazioni definite non a caso le più attente dal punto di vista ambientale
  • la tecnologia, che diventa un elemento chiave anche in termini di prenotazione
  • la diversificazione produttiva e commerciale: si individua il target di riferimento e si amplia l’offerta a disposizione.

Sono queste le strategie da attuare in vista di un 2021 che si presenta al momento ancora incerto. Di fatto bisognerà muoversi il prima possibile in vista dell’arrivo della stagione estiva, pena l’esclusione dai circuiti nazionali.

Il settore eno-gastronomico, per il momento, sembra uno dei pochi a non aver risentito della crisi vigente, gli altri riusciranno ad adeguarsi?

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