Oria, dopo sparatoria 39enne arrestato

Arrestato a Oria dai Carabinieri della Compagnia di Francavilla Fontana, nel giro di 8 giorni, il presunto autore dell’esplosione dei 6 colpi di fucile alla porta d’ingresso dell’abitazione di una donna di Oria, fatto accaduto nella tarda serata del 27 maggio scorso. Si tratta di CHIONNA Pierluigi classe 1979 residente ad Oria, destinatario di ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal GIP del Tribunale di Brindisi, su richiesta della locale Procura della Repubblica, che ha concordato con gli elementi raccolti dai Carabinieri della Compagnia di Francavilla Fontana. I reati contestati a Chionna sono, in concorso con altri 2 soggetti allo stato non identificati, porto in luogo pubblico di un fucile a canne mozze completo di caricatore e 6 cartucce calibro 12, nonché distruzione della porta d’ingresso dell’appartamento.

I Carabinieri della Compagnia di Francavilla Fontana hanno raccolto decisivi elementi per la ricostruzione dell’episodio e l’identificazione dell’indagato, ricavabili dalle immagini estrapolate dai sistemi di videosorveglianza presenti in zona. Anche la conoscenza del territorio e soprattutto delle persone di interesse operativo da parte dei Carabinieri si è rivelata determinante per una lettura in chiave investigativa dell’evento.

Le telecamere hanno cristallizzato il fatto addebitato, mentre si stava svolgendo e hanno documentato l’arrivo degli attentatori e la loro fuga successiva. Il fatto è stato commesso da tre persone, in evidente collegamento tra di loro con l’ausilio di due autovetture. Il concorso dei tre nell’attentato implica evidentemente anche il concorso nel porto del fucile a canne mozze utilizzato.

Una serie di elementi tra i quali l’autovettura e la targa convergono pertanto nell’individuare il Chionna quale uno dei presunti autori del fatto criminoso. L’indagato ha la disponibilità dell’autovettura Bmw di analogo modello a quello ripreso dalle telecamere di videosorveglianza, che anche se è intestata alla madre è a lui in uso e un fermo immagine ne ha cristallizzato alcuni elementi peculiari. Altro elemento è rappresentato dall’andatura, dal passo dell’indagato, caratteristica particolarmente individualizzante.

Il grave fatto è un agguato di avvertimento, che potrebbe preludere ad ulteriori più nefasti sviluppi. Il Chionna, che annovera gravi precedenti per delitti contro il patrimonio e per stupefacenti, si trova ristretto nella Casa Circondariale di Brindisi a disposizione dell’Autorità Giudiziaria.

 

Ceglie messapica. Individuati e arrestati i due presunti autori della rapina commessa nella tabaccheria di Corso Verdi. Uno dei rapinatori aveva l’arma, un coltello utilizzato, nell’armadio della camera da letto, Si tratta di due cegliesi di 42 e 34 anni, arrestati.

I Carabinieri della Stazione di Ceglie Messapica hanno dato esecuzione a un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal GIP del Tribunale di Brindisi, che ha accolto la richiesta avanzata dal Pubblico Ministero presso la locale Procura della Repubblica, fondata sulle risultanze investigative rassegnate dai Carabinieri nei confronti dei due presunti autori Semeraro Giuseppe 42enne e di Suma Felice 34enne, entrambi di Ceglie Messapica. I due sono indagati per rapina, per essersi impossessati in concorso tra loro, per procurare a se stessi un ingiusto profitto della somma di 150€, oltre a 34 pacchetti di sigarette di varie marche per un valore complessivo di 200€, con minaccia consistita nel fare ingresso nella rivendita di tabacchi di Corso Verdi in Ceglie Messapica, con volto travisato da passamontagna e con due coltelli da cucina con lama appuntita, che hanno brandito all’indirizzo della titolare dell’esercizio, prelevando poi denaro e sigarette e dandosi alla fuga. Il tutto con l’aggravante di aver commesso il fatto con armi, con il volto travisato ed in più persone riunite. Vari sono gli elementi che hanno permesso di identificare i due indagati quali presunti autori della rapina, questi sono costituiti dalla perfetta corrispondenza tra le caratteristiche fisiche dei due indagati e quelle dei due rapinatori, nonché la corrispondenza degli abiti indossati dai due, pochi minuti prima e pochi minuti dopo la rapina e quelli indossati dai due rapinatori. E ancora, la presenza dei due indagati prima del colpo nelle adiacenze della tabaccheria e il singolare rinvenimento all’interno dell’abitazione di SemeraroGiuseppe di un coltello da cucina con caratteristiche corrispondenti a quello utilizzato da uno dei rapinatori, stranamente riposto all’interno di un armadio della camera da letto. E in ultimo, il contenuto di un messaggio vocale inviato dal Sumaal Semeraro, a riprova della pianificazione del fatto che i due avrebbero dovuto compiere con altri soggetti, ma che era loro intenzione di compierla ugualmente anche da soli. A seguito della notifica del provvedimento ed espletate le formalità di rito, sono stati associati nel carcere di Brindisi a disposizione dell’Autorità Giudiziaria.

 

Cellino San Marco. Controllato a bordo di autovettura provento di furto, alla quale aveva applicato le targhe e punzonato i numeri di telaio appartenenti ad altro veicolo. Gli approfonditi controlli hanno fatto emergere la vicenda, il mezzo è stato sequestrato, il presunto autore è stato arrestato per riciclaggio.

I Carabinieri della Stazione di Cellino San Marco hanno dato esecuzione a un’ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari, emessa dal GIP del Tribunale di Brindisi, che ha accolto la richiesta avanzata dal Pubblico Ministero presso la locale Procura della Repubblica, fondata sulle risultanze investigative rassegnate dai Carabinieri nei confronti dei due presunti autori di attività di riciclaggio di un’autovettura. L’indagato, presunto autore del reato è Punzetti Francesco 41enne di Cellino San Marco, il quale in concorso con altra persona ha sostituito e trasferito l’autovettura “Fiat Bravo”, oggetto di furto avvenuto in Porto Cesareo il 14 agosto 2018, compiendo operazioni tali da ostacolarne l’identificazione della provenienza delittuosa, in particolare mediante la ripunzonatura del telaio e la sostituzione della targa.

L’auto con a bordo l’arrestato era stata fermata dai Carabinieri nel corso di un posto di controllo alla circolazione stradale sulla SP75, mentre lo stesso era alla guida. Da un primo esame, era emerso che il mezzo era sprovvisto di polizza assicurativa obbligatoria scaduta di validità da qualche mese. Ulteriori verifiche hanno fatto rilevare una serie di incongruenze e in particolare che il veicolo risultava immatricolato nel 2008, con in dotazione tutti e 4 i vetri laterali e il lunotto anteriore e posteriore dell’anno 2011. E ancora, nell’ultima revisione effettuata nel giugno del 2017 risultava aver percorso 188.214 Km, mentre all’atto del controllo misurava circa 30.000 km in meno. Gli accertamenti hanno effettivamente conclamato che il veicolo è provento di furto e sullo stesso è stato ripunzonato il numero di telaio appartenente a una vettura di proprietà di un parente dell’indagato nonché le targhe. A seguito della notifica della misura cautelare, dopo le formalità di rito, l’uomo è stato condotto agli arresti domiciliari, come disposto dall’Autorità Giudiziaria.