Omicidio a San Severo: vittima vicina ai Nardino

Le indagini della polizia vanno avanti in modo forsennato, alla ricerca dei killer che domenica notte hanno fatto fuoco nei confronti di Matteo Anastasio, ferendo anche il nipote di 6 anni.

E’ stato catalogato come un omicidio brutale, quello che è stato compiuto nei confronti di Matteo Anastasio, assassinato domenica mentre erano in corso i festeggiamenti per l’Italia, vittoriosa agli europei.

Il fratello della vittima in un conflitto a fuoco, uccise la piccola Stella Costa di soli 12 anni.

Un cognome già noto alla polizia, la quale cerca disperatamente di individuare i killer, presumibilmente due, che a bordo di una moto hanno ferito mortalmente Anastasio, procurando gravi lesioni anche al nipote di 6 anni.

Quest’ultimo, stando alle ultime indiscrezioni, verserebbe in gravi condizioni al Policlinico ‘Riuniti’ di Foggia, dove avrebbe ricevuto anche un delicato intervento alla colonna vertebrale. Il bambino, dunque, resta per il momento in coma farmacologico.

Intanto, continuano le perquisizioni della polizia, che può servirsi dei video e delle foto pubblicate in rete dai cittadini, scesi in piazza a tifare l’Italia. Le informazioni però sono ancora poche per avere il quadro completo della situazione.

E’ presente da anni una faida a San Severo, che vede contrapporsi due gruppi criminali ferocissimi, quello composto dai La Piccirella-Testa e quello dei Nardino.

Mafia autonoma, violenta e brutale, resa pericolosa da anni e anni di sottovalutazione.

Secondo le prime fonti, Matteo Anastasio era molto vicino al clan Nardino, clan storico di San Severo, al cui vertice ci sono due fratelli, Roberto e Franco Nardino, entrambi condannati nel processo ‘Ares’.

Il movente è ancora da definire, anche se la vicinanza agli ambienti malavitosi, lascia pensare che si tratti di un regolamento di conti tra clan opposti.

Fabiano Daniele
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