Metta a Paparella: “dimettiti tu, io penso a Cerignola”

Paparella vuole che mi dimetta io? Più facile, si dimetta lui! E’ in corso un accesso agli atti disposto dal Ministero. Lo scioglimento del Consiglio Comunale farebbe venir meno la istituita Commissione e ne interromperebbe il lavoro. Dato che io non voglio questo, mai provocherò lo scioglimento del Consiglio, lasciando senza lavoro la Commissione, senza Amministrazione la città.

Il Coordinatore di Federazione Civica, nonché Presidente del Consiglio Comunale di Cerignola, Leonardo Paparella, nel comunicato stampa inviato alle redazioni lunedì 04 febbraio, dichiara: “eleggere Antonio Limotta in Consiglio Provinciale rappresentava anche un espediente per riallacciare rapporti istituzionali fondamentali resi non più ‘praticabili’ dal sindaco Metta che ha finito per fare terra bruciata attorno a sé e a Cerignola”.

Il Sindaco di Cerignola, Francesco Metta, replica: “Leonardo Paparella ha una carica istituzionale e un ufficio che, sia politicamente che fisicamente, lo portano ad essere molto vicino al Sindaco. Nonostante questa comodità mi parla tramite un giornalaio del posto. Vuol dire che gli risponderò anche io pubblicamente.

Ho avuto poco tempo da dedicare alle inutili elezioni provinciali. Elezioni a cui la gente, i suoi problemi, le scelte elettorali sono indifferenti. Nonostante fossi persuaso di ciò, ho assunto una iniziativa per evitare che Cerignola rimanesse senza un consigliere provinciale.

Convocai, su sollecitazione proprio dello ‘stratega’ Paparella, i consiglieri di maggioranza per assumere una decisione condivisa, facendo convergere i voti degli stessi su un unico nominativo, da schierare in una delle liste da presentare, e garantire la elezione di un consigliere provinciale,  espressione del Consiglio Comunale di Cerignola.

Personalmente proposi la candidatura della consigliere Loredana Lepore.
TUTTI FURONO UNANIMEMENTE D’ACCORDO ma l’avv. Lepore non intese accettare la candidatura. Rimase ferma in questa sua decisione, nonostante le insistenze mie personali e dell’intero gruppo consiliare di maggioranza.

Venuta meno questa candidatura si aprì un confronto per cercare una alternativa. Seguirono almeno un altro paio di incontri, non conclusivi. Fissammo un ultimo incontro, quello finale per assumere una decisione definitiva.

Tutti d’accordo, ci vediamo- decidemmo insieme – il 9 gennaio alle 17.30!
Alle 17.46 il buon architetto Limotta (con il nasino che si allungava) mi scrisse: “Buonasera Franco io non riesco a venire sono fuori Cerignola”.

“Non ti preoccupare. Ti riferisco domani”, la mia risposta, alla stessa ora… confesso, ci credetti…

NATURALMENTE I MESSAGGI SONO IN  MIO POSSESSO.

Ma è assente anche Paparella.
Alle 18.02, con santa rassegnazione, chiamo il Paparella, che in tanti fra i presenti, avevano nel frattempo provato a contattare.
NIENTE, Paparella è irraggiungibile e non dà segni di vita, non risponde ai messaggi, non alle telefonate. SCOMPARSO.

Alle 18.03 il paziente sindaco chiama Limotta: irraggiungibile!
Gli invia un messaggio, per essere aiutato a rintracciare l’introvabile Paparella.
La risposta alle 18.13 è: “Franco non mi risponde e ho mandato un sms dicendogli di chiamarti”.
Alle 18.15, cortesemente, ringrazio. Sono proprio fesso…

LI AVETE PIÙ VISTI LIMOTTA E PAPARELLA VOI? IO NO!

La riunione, di conseguenza,  non produce alcuna decisione. Una specie di ‘tana libera tutti’: ognuno per conto suo. Ci sono varie ipotesi, tutte a titolo personale. La più concreta quella che vede candidato Sandro Moccia: l’ipotesi non si concretizza per la intervenuta esclusione della lista nella quale Moccia si era candidato.

Intanto, nessuna altra richiesta ricevo. Tanto meno vedo Paparella e Limotta: scomparsi!

Dai giornali, ripeto, dai giornali, apprendo che i due ‘desaparecidos’ del 9 gennaio, sono i pesciolini che Rosario Cusmai ha infallibilmente attratto nella sua rete (la conosco anche io) per garantirsi la sua, di lui Cusmai e non di altri, elezione al Consiglio Provinciale.

La domanda è la seguente: da me che vuole Paparella?
Dal 9 gennaio non l’ho visto, non ci ho parlato, non è venuto a trovarmi, non mi ha telefonato: nulla di nulla. Niente di niente. A Cerignola si dice: né ciucc, né bestie.

Ieri sera (io stavo a lavorare, in Comune, chissà dov’era il buon Leo) scopro che non so quale responsabilità avrei nella mancata elezione, niente meno, del candidato Limotta.

Che invece si era fatto vivo, il 2 febbraio, vantando di essere già in possesso di voti, che non ha avuto; minacciando ire tremende se, tutti quelli che dal 9 gennaio lo stavano ancora aspettando, non avessero votato per lui e solamente per lui.

Che desiderano ora PAPARELLA e LIMOTTA?
Vogliono sciogliere il consiglio comunale? E come? Notaio? Andiamo a casa!
Chi lo decide, si assume ogni responsabilità. Oppure, Paparella vuole che mi dimetta io? Più facile, si dimetta lui! Sono chiaro.

Attenzione: è in corso un accesso agli atti disposto dal Ministero, lo scioglimento del Consiglio Comunale farebbe venir meno la istituita Commissione e ne interromperebbe il lavoro. Dato che IO NON VOGLIO QUESTO, MAI, io mai provocherò lo scioglimento del Consiglio, lasciando senza lavoro la Commissione, senza Amministrazione la città.

La SIA, i lavori, i finanziamenti ottenuti e da ottenere, le gare in corso, le speranze di tanti. Ovvio, in caso di nuove elezioni subito o tra un anno, io, infallibilmente, sarò candidato sindaco.

Adesso dimmi Leo, che vuoi fare?
E il non eletto Limotta passa alla opposizione con te per aver subito l’insopportabile affronto di non essere stato eletto consigliere provinciale? La qual cosa avrebbe, ovviamente, ribaltato il futuro di questa città!

Fate come vi pare. Ho una città da amministrare, una Giunta da guidare, un bollo di infamia da scongiurare con 13 consiglieri comunali a sostenermi, se ci saranno. E, se tutto ciò non sarà possibile, ho una campagna elettorale da preparare. E da vincere”.

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