La pretesa della mala foggiana? Far assumere le mogli
Nell’inchiesta ‘Decima Azione’ che ha portato all’arresto di numerosi esponenti della criminalità foggiana, spunta anche la tentata estorsione ai danni della struttura ‘Universo Salute’. I malavitosi, si recarono nel centro per anziani denominato ‘Il Sorriso’ imponendo con minacce ai titolari delle assunzioni.
Nel processo soprannominato ‘Decima Azione’ sbuca fuori anche l’estorsione, perpetrata da componenti vicini al clan Moretti ai danni degli imprenditori Paolo Telesforo, Luca e Cristian Vigilante di ‘Universo Salute’.
Nel documento, lungo 453 pagine e pieno di fotografie, si vedono palesemente le figure di Ernesto Gatta e Franco Tizzano davanti all’ingresso del centro per anziani, luogo di attentati dinamitardi, in attesa di parlare con Cristian Vigilante, direttore del personale.
Erano lì, come si legge nel documento, per chiedere tangenti e assunzioni per membri della famiglia, comprese le mogli. L’audacia con la quale le vittime hanno reagito e denunciato i loro estorsori, è esemplare.
Nelle carte dell’inchiesta infatti si legge: “Benché destinatari di gravi e reiterate minacce a contenuto estorsivo, senza genuflettersi alle volgari richieste mafiose”, denunciarono due esponenti della batteria Moretti-Pellegrino-Lanza, da sempre in contrapposizione con quella dei Francavilla-Sinesi.
Tizzano e Gatta, condannati grazie al processo “Decima Azione”, rispettivamente a 18 anni e 10 anni e 8 mesi di reclusione, affermarono che avrebbero reagito in maniera forte, con attentati, qualora gli imprenditori non avessero adempiuto al pagamento. E gli attentati ci sono stati in effetti.
Nei documenti si legge: “Il 1° ottobre 2017 la società ‘Universo salute s.r.l.’, costituita da due importanti gruppi imprenditoriali della Capitanata, il gruppo Telesforo ed il gruppo Tre Fiammelle, operanti rispettivamente nel settore della sanità e dei servizi alle imprese, acquisì il possesso del complesso aziendale ‘Opera Don Uva’, acquistato nel giugno precedente, avente tre sedi in Italia: la ‘Casa della Divina Provvidenza’ a Bisceglie, l’Ospedale di Santa Maria Bambina a Foggia ed il ‘Centro di riabilitazione Don Uva’ a Potenza. La notizia divenne di dominio pubblico, tramite i mass media locali, nel mese di ottobre 2017.
L’importante acquisizione attirò immediatamente l’attenzione della criminalità organizzata locale. Nel mese di ottobre 2017, Gatta cercò, tramite un intermediario, di entrare in contatto con Luca Vigilante, vicepresidente del consiglio di amministrazione della ‘Universo salute srl’.
La richiesta di appuntamento venne riferita dallo stesso Vigilante che precisò di aver rifiutato l’incontro, avendone intuito le ragioni, pur non conoscendone l’oggetto preciso, raccomandandosi alla persona che gli aveva comunicato la richiesta d’incontro di Gatta che se quest’ultimo si fosse permesso di contattarlo in qualsiasi altro modo si sarebbe recato immediatamente in Questura.
Vigilante, dunque, percepì subito il pericolo insito nella richiesta di incontro avanzata da Gatta.
Nello stesso periodo si verificò un fatto altrettanto allarmante, che colpì gli altri soci della ‘Universo salute s.r.l.’.
Infatti, la sera del 25 ottobre 2017, la moglie, il figlio e il genero di D’Alba (socio della srl), ricevettero una serie di telefonate e di messaggi sms dal contenuto chiaramente minatorio. Gli autori di tale episodio criminoso non vennero identificati.
La malavita tornò a battere i pugni l’11 gennaio 2018 come si può evincere dalle foto che ritraggono Tizzano e Gatta all’ingresso del centro per anziani ‘Il Sorriso’.
La vittima, Cristian Vigilante afferma di aver incontrato Tizzano prima che iniziasse il periodo delle bombe nei confronti della sua attività.
Lo stesso Tizzano riferì a Vigilante che avrebbe potuto anche chiamare il 113 denunciando l’atto, ma che tanto non sarebbe servito a nulla, poiché dopo di lui sarebbero arrivate altre persone a intimidirlo.
Gatta e Tizzano conclusero la chiacchierata, invocando la loro assunzione all’interno della RSSA. Tizzano disse successivamente che l’assunzione riguardava la moglie e non lui.
Vigilante stizzito rispose che in quel settore potevano lavorare solo Oss certificati e che dunque sarebbe stato impossibile permettere una cosa del genere. A quel punto Tizzano avrebbe rassicurato l’imprenditore, dicendogli che le certificazioni sarebbero arrivate quanto prima.
Nell’inchiesta si parla anche degli attentati che colpirono la struttura ‘Il Sorriso di Stefano’ il giorno 16 gennaio e il 31 marzo 2020 nonché l’auto di Cristian Vigilante, fatta esplodere con una violenza inaudita il 3 gennaio 2020.
Nelle carte si legge che questi episodi sono molto probabilmente riconducibili alle minacce di estorsioni subite dagli imprenditori nei mesi precedenti agli attentati. La Società Foggiana, non accetta chi non si sottomette alle proprie leggi, alle proprie regole.
Il rifiuto, il diniego, viene percepito come un pericolo, poiché verrebbe meno la forza della Società. Le ritorsioni, le minacce devono rendere la vittima succube di una forza superiore, contro la quale non battersi ma cedere, inesorabilmente.